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Tutto, secondo Ovidio, muta: il cosmo, gli dei, i corpi degli uomini e delle donne. Nelle "Metamorfosi", tra le opere più fortunate che l'antichità classica abbia lasciato, le storie di animali che diventano pietre, di eroi e ninfe mutati in stelle, di numi che s'incarnano, nascono l'una dall'altra, si intrecciano, riaffiorano in sequenza velocissima e cangiante. E in essa prendono forma i temi del generarsi del mito e della poesia. Il volume presenta i libri I e II nel testo critico basato sull'edizione oxoniense di Richard Tarrant, con saggio introduttivo di Charles Segal e traduzione di Ludovica Koch.